Una recente indagine dice che sono in calo le iscrizioni nelle Scuole Calcio, i bambini e i loro genitori scelgono altri sport.
Io sono convinto che il calcio, espressione di un gioco collettivo e di squadra, sia ancora educativo e formativo. A volte un giovane, pur non eccessivamente bravo e neppure titolare, ascolta e ubbidisce il tecnico, mentre risponde a scuola all'insegnante e in casa al genitore. Perchè, quali sono i motivi? Per il fatto che lo sport-calcio procura delle emozioni, che possono essere positive o negative. Stare con gli altri, andare agli allenamenti, fare la partita, partecipare a un torneo procurano soddisfazione, gioia, voglia di fare, entusiasmo, collaborazione, vittoria. Di contro le stesse cose, possono procurare rabbia, timore, ansia da prestazione, giudizi negativi, sconfitta. Sono proprio le emozioni negative, quelle che in un primo momento rendono i ragazzi tristi e malinconici, a renderlo più forte in quanto lo costringono a rialzarsi, a non abbattersi, a migliorare. E il calcio, come sport di squadra, aiuta i ragazzi a non sentirsi soli, tramite la solidarietà dei compagni e l'aiuto del tecnico. Il genitore deve credere che la vita di un gruppo, per un ragazzo, è fondamentale per la sua crescita umana: ci sono regole da rispettare, ci sono compagni con i quali si è più in sintonia, si comincia a interagire e a risolvere, in modo autonomo, le varie situazioni in un contesto gioioso e in un clima di gioco e divertimento. Giocare a calcio significa, anche, essere davvero nella realtà: il portiere che para, il difensore che salva sulla linea o meno, il centrocampista che fa un assist o sbaglia un passaggio, l'attaccante che segna o sbaglia un gol, ti fanno capire se hai fatto bene o meno, ti fanno riconoscere il valore dei compagni, ti fanno venire la voglia di dare di più e migliorarti continuamente. E allora, è importante che il ragazzo avverta la collaborazione del genitore e del tecnico che devono avere gli stessi concetti educativi positivi. Il genitore, che dice al proprio figlio "non ti fa giocare perchè gli sono antipatico" oppure gioca "Gianni perchè è il figlio di un dirigente", sbaglia in quanto confonde il ragazzo, che finirà per credere al genitore e non avere più stima nel tecnico. Così, il sogno di far parte di una squadra viene a mancare. Ragazzi e genitori, giocate o fate giocare a calcio, perchè rimane una palestra di vita, utile a riconoscere quei valori per essere, un domani, un uomo migliore. alla prossima, insieme saremo rock! Gianni Galli |
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Dicembre 2021
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