La società sportiva deve avere un dialogo con i genitori e fare in modo che siano una risorsa e non un problema. Facile a dirsi, più difficile a farsi, però bisogna provarci. E' importante credere, da parte di tutti, che un bambino/ragazzo, impegnato nello sport, merita il nostro rispetto e la nostra stima e allora dobbiamo incoraggiarlo in questa attività: se crediamo che lo sport sia formativo e educativo, se siamo concordi che aiuta e fa crescere i ragazzi, allora società e genitori devono avere lo stesso credo e lo stesso atteggiamento. Tutti dobbiamo essere consapevoli che il gioco-sport spinge i giovani a impegnarsi, a migliorarsi, a mettersi di continuo alla prova, a stringere rapporti sociali, a comprendere il sacrificio e l'umiltà, ad assumersi delle responsabilità, a diventare un soggetto della comunità in cui vive, avendo diritti da reclamare e doveri da rispettare. Il mondo è diverso e sono cambiate la famiglia, la scuola e la società sportiva. Oggi, si deve tener conto che si diventa genitori più tardi, rispetto al passato, e allora i genitori sono iperprotettivi ed hanno aspettative elevate. Ci troviamo di fronte alla prima generazione di genitori che si occupa, in modo attivo, dello sport dei figli. Di questo, bisogna tenerne conto e riuscire a tenere la giusta distanza tra società e genitori, utile per una corretta crescita educativa dei ragazzi. Lo sport dei figli può migliorare i genitori che devono: - accorgersi del cambiamento del figlio - educare tramite il confronto, così impara altri modi per educare - avere maggiore fiducia nel figlio e accettare la sua autonomia - relazionarsi di più con il figlio, tramite maggiori occasioni di condivisione. Guardiamo la scuola: anni fa, nessuno si ribellava ad una bocciatura o metteva in discussione il metodo e il professore. Oggi siamo il primo Paese al mondo che ha, presso i Giudici di Pace, il più alto numero di cause perchè un ragazzo non è stato promosso. Credo non sia normale: io sapevo se sarei stato promosso o meno, ero consapevole se ad un esame universitario potevo ambire al 30 o accontentarmi. Da cosa? Semplicemente dall'impegno e dal sacrificio che ci avevo messo durante l'anno, o nel preparare l'esame nel modo più corretto possibile. Lo stesso impegno e sacrificio che occorre nello sport, se si vuole migliorare. Alcuni genitori hanno invaso la sfera professionale degli insegnanti, perchè esasperano il sostegno protettivo del figlio: vero che oggi i genitori sono più informati e alcuni professori possono avere delle lacune e sbagliare, ma alcuni genitori vogliono avere ragione a prescindere. Nel mondo del calcio, la situazione è peggiore: critichiamo l'allenatore della Nazionale o quello della squadra del cuore, figurarsi quante critiche facciamo all'allenatore della società dove gioca nostro figlio. Anche per questo il rapporto società-genitori diventa importante, perchè il ragazzo cresce in campo ma deve crescere anche come persona e allora diventano fondamentali gli insegnamenti degli adulti che lo circondano (genitori, insegnanti, tecnici). Lo sport non sempre viene riconosciuto importante nè dalla scuola e neppure dai genitori. Per una scarsa cultura sportiva, spesso sono persone che non hanno mai fatto lo sport in modo attivo, l'hanno letto sui giornali o visto in tv o sentito alla radio. Invece è importante il coinvolgimento di queste tre agenzie educative: la famiglia per l'affetto, la scuola per l'intelletto, lo sport per il fisico. Lo sport è per un bambino/ragazzo un'esperienza di vita positiva e fondamentale, serve per una corretta crescita fisica e psichica e rappresenta numerosi valori: vita di squadra, alternanza di allenamenti, partite e tornei hanno la capacità di mobilitare emozioni positive (gioia, entusiasmo,speranza di vincere) e negative (ansia, paura, rabbia, delusione) che aiutano a gestire meglio le frustrazioni, gli inconvenienti, gli ostacoli che presentano e si presenteranno davanti. Anche il campo di calcio diventa un maestro di vita, perchè fa capire che, nella normale esistenza, le cose non andranno sempre bene e allora non bisogna arrendersi, è necessario tenere duro, perchè intorno ci sarà l'abbraccio consolotario dei compagni, la buona parola del tecnico, la carezza del genitore che ti danno la forza di ripartire. Inserire un ragazzo in una squadra, significa allontanarlo dalla solitudine, farlo sentire parte di un progetto, integrarlo in un gruppo che ha le sua regole, i suoi miti, i suoi limiti. Genitori: insieme, nello Sporting Pianorese saremo rock? Gianni Galli |
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Dicembre 2021
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