Sono sempre stato attratto da quello che mi dicevano le persone più grandi di me: e forse, so anche il perchè.
Mio padre, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne preso nei pressi della stazione di Bologna e deportato in Germania. Rimase due anni e, solo per concomitanze fortunate, riuscì a tornare in Italia con i suoi 48 Kg. A tavola, i miei genitori parlavano molto e i racconti di mio padre, riguardanti il periodo in Germania, mi affascivano, capivo la forza interiore e il carattere da guerriero di questo uomo che parlava con naturalezza e dignità della sofferenza. Da ragazzo, andavo al Bar, sì il Bar Sport di Benni se vogliamo, frequentato da uomini molto più grandi di me. Mi piaceva sentire le loro storie, le prese in giro, l'amicizia, l'invidia, il rispetto, insomma per me la frequentazione del bar è stata una palestra di vita positiva. E così è stato anche nello sport, ho imparato dagli allenatori e dai dirigenti, tramite i loro racconti sono cresciuto sotto l'aspetto educativo e umano. Ora, la nostra società e, anche il mondo del calcio, fa spallucce di tutto quello che appartiene al passato, anzichè ascoltare persone competenti , molti credono di sapere tutto, di avere la verità in tasca, l'esperienza non conta più, anzi chi ce l'ha, è fuori moda. Le persone esperte vengono messe in disparte, in nome delle novità, ci sono tecnici che conoscono una miriade di esercizi, ma non sanno correggere un gesto tecnico. E' vero che il calcio ha avuto una grande evoluzione, ma è sbagliato non "prendere" per buono quello che viene dal passato: spesso vedo giovani depositari della verità assoluta, persone saccenti che dovrebbero essere più umili e ascoltare le esperienze e i segreti di chi ha vissuto intensamente il mondo dello sport. C'erano maestri della tecnica che ti facevano vedere come dovevi colpire la palla, come eseguire uno stop, come mettere il corpo e dicevano "ragazzo, toccala così e vedrai come andrà meglio". E andava veramente meglio, anzi andava proprio benone. C'erano osservatori che non riempivano schede, non segnavano peso e altezza, massa magra e grassa, numero di passaggi sbagliati e riusciti, avevano l'occhio e un fiuto particolare, vedevano il ragazzo, ci parlavano e lo conoscevano meglio e battezzavano "questo ragazzo può fare carriera". Sapete, cosa dico? L'esperienza è impagabile! alla prossima, insieme saremo rock! Gianni Galli |
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Dicembre 2021
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