Giovedì scorso Alessandro Brini e i Tecnici del gruppo 2005, nella prima riunione con i genitori dei ragazzi, tra le altre cose, hanno evidenziato la necessità che qualcuno di loro dovrà fare l'arbitro nelle partite dei loro figli.
Ecco alcuni consigli. L'arbitro deve far rispettare il regolamento, ma deve essere umano e comprensivo: è solo il tutore che li aiuta a divertirsi, sensibile e pronto a capire le esigenze dei bambini che hanno voglia di giocare e divertirsi. Fondamentale essere imparziali, così da far comprendere loro che non saranno agevolati da una persona che conoscono. Deve ovviamente conoscere il regolamento e, al tempo stesso, deve capire i ragazzi dal punta di vista psicologico. Deve avere coerenza e buon senso: ad esempio, nel caso di una rimessa laterale mal eseguita, bisogna saper chiudere un occhio. Prima della gara il DA non deve mai incutere timore ma entrare nello spogliatoio con un sorriso. Qualche bambino può essere imbarazzato nel dire il proprio nome, quindi il DA potrebbe trasformare la lettura dei cartellini in un gioco " qui c'è scritto che ti chiami Gianni e hai il numero 1, è vero?" oppure "io leggo il cognome e voi mi dite il vostro nome e numero" Si controlla che i bambini non abbiano orecchini e catenine: i primi sono pericolosi perchè i bimbi hanno le dita piccole e, in un contrasto, potrebbero infilarle in modo involontario nell'orecchio di un avversario. Far mettere la maglietta dentro i calzoncini, è sufficiente una battuta "ragazzi, è così bello entrare in campo ordinati, mi raccomando maglietta nei pantaloncini e calzettoni non abbassati........così facciamo tutti una bella figura". Prima di uscire dagli spogliatoi si può dire "siamo qui per divertirci insieme, nell'altra squadra ci sono giocatori come voi, non accetto proteste o calcioni, non facciamoci del male e buon divertimento". Prestare attenzione che il pallone non sia troppo duro. Nei confronti dei tecnici e dei dirigenti è meglio essere chiari "non accetto insulti di alcun genere, anche verso gli avversari, non urlate ma cercate di aiutare i ragazzi". Qualore ci fossero dei genitori si può dire "sono un genitore come voi, vorrei solo che i bambini si divertissero; mi raccomando niente parolacce, non le sento solo io ma anche i vostri figli e non mi pare proprio un esempio da dare". Riguardo i bambini, il DA deve adattarsi ai loro modi di fare e al loro linguaggio; nel dialogo, meglio abbassarsi e guardarli negli occhi, sugnifica dire al bambino "sono come te". Il fischio non deve essere troppo lungo e forte ma attenuato: serve per fermare il gioco, non per punire in modo duro un'azione, diventa un segnale di comprensione. Per quanto riguarda i falli, in DA deve valutare quelli antisportivi da quelli causati da entrate poco coordinate: i primi vanno puniti e spiegati perchè non sono frutto della mente del bambino, ma di malizie apprese dalla televisione. Mettersi sul pallone per rallentare un tiro di punizione o trattenere per la maglietta un avversario, sono comportamenti da censurare. Per quanto concerne entrate maldestre, dovute alla foga o alla mancanza di destrezza, bisogna lasciar correre. Se il pubblico contesta, mai parlare con loro, al massimo un sorriso "ne abbiamo parlato prima di entrare in campo, lasciamo che si divertano" Il DA deve conoscere i suoi limiti fisici: meglio correre poco e concentrasi sulle situazioni chiave, piuttosto che spostarsi per tutto il campo e farsi trovare poco lucidi e affaticati nel momento delle decisioni cruciali. Un consiglio: arbitrate, in allenamento, le partite dei ragazzi, così vi allenate fisicamente e conoscete meglio le regole. alla prossima, insieme saremo rock! Gianni Galli |
ARCHIVIO
Dicembre 2021
|