E' un'età molto delicata e gli adulti devono lavorare su più fronti: continuare a formare e gestire il giovane, dare loro un supporto psicologico, curare il rapporto atleta-genitore. Alcuni ragazzi, che non hanno fatto la carriera immaginata, spesso abbandonano l'attività.
I ragazzi non ragionano sulle lunghe distanze, tendono a volere tutto e subito ed invece devono imparare a gestire il mondo che li circonda: genitore, dirigenza societaria, allenatore. Gli adulti della società devono aiutare i ragazzi che, spesso, non danno molta importanza a certe cose, perchè ancora non hanno l'umiltà di capirle e sono in una fase di crescita che ancora non dà riscontri economici. Fondamentale è il rapporto con quei genitori che hanno aspettative enormi, ai quali bisogna far capire e loro stessi devono far capire ai figli che se non diventa un professionista, può diventare un bravo calciatore dilettante e se non riuscirà neppure in questo, avrà fatto un percorso educativo importante, utile per crescerlo a diventare uomo. I ragazzi traggono piacere dalle sfide, è una ragione interna, completamente dipendente dal loro modo di agire: si aspettano di essere guidati e ricevere istruzioni tecnico-tattiche, ma anche di essere incoraggiati per il loro impegno. Vogliono far parte di una squadra e vincere: allora, bisogna dare importanza al collettivo, unito e strettamente legato alla vittoria. Hanno bisogno di stare con gli amici, di incontrarne dei nuovi: sentono il desiderio di socializzare all'interno di un gruppo di coetanei, al di fuori della famiglia. Ci sono ancora differenze dal punto di vista fisico tra i ragazzi e, questo, comporta diverse espressioni di forza e di corsa, è un aspetto che il tecnico deve considerare, soprattutto riguardo i carichi di lavoro. Il tecnico deve pretendere la presenza agli allenamenti, la capacità di sacrificarsi e l'educazione, in sintesi la voglia di imparare. Servono le regole come la puntualità, l'ordine, l'impegno nell'attività calcistica e non, con fiducia e motivazione ad apprendere. La formazione tecnica e tattica individuale è al primo posto, l'allenatore deve intervenire sul singolo per arrivare alla prestazione collettiva. In questa categoria vanno previsti momenti di recupero individuale, organizzati anche per reparto: a fine allenamento, bastano 15 minuti per insegnare ai difensori l'anticipo e il contrasto, ai centrocampisti il passaggio e la copertura, agli attaccanti i movimenti nello spazio per la conclusione. alla prossima, insieme saremo rock! Gianni Galli |
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Dicembre 2021
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