A PIANORO E’ DURA…PER TUTTI…Ieri sera si sono disputati due recuperi di campionato uno per la categoria Giovanissimi Interprovinciali e uno per la categoria Giovanissimi Provinciali, entrambe in casa, al Dainesi, a Pianoro.
I primi a scendere in campo sono stati i ragazzi del 2000 contro la seconda in classifica, il Formigine, partita “maschia”, corretta, bella, intensa aperta da un gol fulminante dei nostri e gestita con intelligenza e caparbietà fino alla fine. A seguire i più grandi, la nostra prima squadra, i 1999, scontro al vertice con il Real San Lazzaro, anche qui partita intensa, ricca di spunti interessanti, sfortunata per quel che concerne il risultato, ma adatta per comprendere il valore di questo gruppo che non molla mai. Bene, non mi interessa fare la cronaca del minuto in cui è stato realizzato un gol o sbagliato un rigore o ammonito un giocatore, oggi mi preme raccontare le sensazioni, le emozioni, le certezze, che ho avvertito ieri sera, sintesi di tutte le nostre squadre dello Sporting Pianorese, nessuna esclusa. Ieri sera ho visto ragazzi cambiare il loro modo di giocare, adattarsi all’avversario o al ruolo, riconoscere il proprio valore e su quella consapevolezza costruire la partita. Ho visto giocatori prendere in mano la squadra nel momento della difficoltà e trascinarsi dietro i propri compagni, ho visto tanti capitani pronti a dare il proprio contributo alla squadra e non a se stessi. Ho visto l’intensità che mi piace, della quale parliamo mille volte al telefono, alle riunioni o a quattr’occhi con gli allenatori e i ragazzi stessi. Ho visto quelle maglie bianche, dentro le quali non ti puoi nascondere, sporche di fango e di sudore. Ho visto i volti di chi crede in qualcosa, di chi crede che fare parte di una squadra non sia solo stare insieme ma, fare insieme. Non vinceremo e non perderemo mai tutte le partite, ma da ogni partita, tiro in porta, passaggio, contrasto o solamente da una stretta di mano dovremo imparare qualcosa che ci consenta di crescere come uomini e come calciatori. Agli allenatori non chiedo mai se abbiamo vinto o perso, non mi interessa, non mi è mai interessato, chiedo sempre come è stata la prestazione prima della squadra e poi dei singoli. Ridurre tutto a vincere o perdere è estremamente limitativo, la vittoria e la sconfitta vengono spesso amplificate e tutti i ragionamenti partono, al contrario, proprio da lì, penso che il risultato finale, per il calcio che facciamo noi, debba fare parte delle ultime righe della nostra relazione. Il risultato è utile come stimolo a far sempre meglio e ricercare nuovi percorsi ma, non è indispensabile quanto la prestazione. In questi anni abbiamo lavorato tanto, spesso tra mille difficoltà, un aspetto a cui ho sempre tenuto molto è l’attaccamento alla tua squadra, il senso di appartenenza alla tua comunità, ai tuoi colori, alla tua maglia chiamatala come volete, ma per me è impossibile giocare, lavorare, sudare o correre senza credere in quello che fai o nelle persone che lavorano con te, ogni giorno. Ieri sera ho visto ciò in cui credo e per cui lavoro ogni giorno, ho visto quanto è duro per gli avversari giocare a Pianoro, quanta fatica bisogna fare tutte le volte che si incontrano i ragazzi dello Sporting, ho visto i nostri calciatori cadere e rialzarsi mille volte, senza mollare, ho visto due squadre di calcio onorare la maglia che indossano. Quando si esce vincitori o sconfitti da gare così, poco importa, si è dato tutto, avanti il prossimo…siamo pronti. DM |
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Novembre 2019
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